Cristine e Pier Giacomo Cirella (Arteven) affrontano finalmente il tema della futura Legge Quadro per lo Spettacolo. Secondo Cirella la bozza attualmente discussa è un minestrone con l’unico scopo di metter d’accordo Stato e Regioni, peraltro sembra essere una legge non finanziabile. Segnala uno dei problemi che i deputati non hanno affrontato: gli ammortizzatori sociali. Lo spettacolo è uno dei pochi settori in Italia per il quale non valgono gli ammortizzatori sociali. Come fare?
Un futuro senza ammortizzatori?
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Cirella for president.
Ascoltando questo videopost ho sentito un profondo senso di appartenenza. Sono anni che dico esattamente le stesse cose che lui ha detto in questo filmato, ma purtroppo la categoria dei danzatori è talmente impegnata a mettere insieme il pranzo con la cena, che non sempre riesce a vedere al di là della prossima settimana. La maggior parte delle volte quello che si vuole ottenere è una possibilità di lavoro in più, subito, e quindi sotto questo aspetto non sono mai stata ascoltata da nessuno nelle mie elucubrazioni.
Sono assolutamente d’accordo con tutto quello che si sta mettendo sul piatto, e anche io mi ero accorta della mancanza di una direzione in quetso senso nella bozza di legge.
Gran parte della gestione della categoria spettacolo si rifà ai Decreti Regi, compresa la faccenda degli ammortizzatori sociali.
Questi argomenti sono importanti e centrali per migliorare la nostra situazione, ed è fondamentale discuterne insieme e insistere fino a che la legge è ancora allo stato di Bozza.
http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2008/aprile/rdl-1827-1935.pdf
Su questo link potete trovare il Regio Decreto di cui vi parlavo, convertito in Perfezionamento e coordinamento legislativo della
previdenza sociale.
All’articolo 40 comma 5 è specificato proprio che i lavoratori dello spettacolo NON hanno diritto alla disoccupazione. Siamo nella casistica dele eccezioni…dannaz…
Sono felice del gradimento… ero certa che avrebbe sortitoquest’effetto ;)D
sopratutto perchè lo dice un professionista della programmazione, e non un artista,e da maggiore peso e credibilità a questo tipo di riflessioni che seppur condivisibili,come ha scritto Lia, difficilmente vengono sostenute dai più(artisti) a favore dell’urgenza di sopravvivere alla giornata.
Spero che sia un’altro virus,un’altra “buona pratica di pensiero” da “copia e incolla” nella maggior parte del terriotorio italiano.
O c he comunque faccia scaturire una seria ed approfondita riflessione a riguardo. Me lo auguro.