Franca Ferrari spiega che non è detto che la legge esca presto, come aveva avvisato solo qualche giorno fa il Ministro Bondi. Franca inoltre risponde ad alcuni commenti dei visitatori del blog.
15 Novembre 2024
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Franca Ferrari spiega che non è detto che la legge esca presto, come aveva avvisato solo qualche giorno fa il Ministro Bondi. Franca inoltre risponde ad alcuni commenti dei visitatori del blog.
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Grazie ancora Franca, per il compito veramente complicato che ti sei assunta!! Ripeto che mi fa veramente piacere che ci sia finalmente un luogo di confronto se pur virtuale, (il luogo, non il confronto, ovviamente!) per chi ha passione e nel proprio mestiere si spende da anni con entusiasmo e sacrifici. Ma anche un luogo dove i giovani e giovanissimi del settore possano farsi sentire e partecipare con idee ai dibattiti in corso. A presto, monica
Ciao Franca, ciao a tutti.
Sono molto contenta del confronto che è nato su questo sito. Mi stimola, mi fa sentire meno sola in questo che è un momento davvero difficile per tutti.
Sono contenta che Franca sia d’accordo con alcune nostre riflessioni, e sono contenta anche di essere d’accordo con lei quando dice che tutto quello che si può fare, tutte le occasioni in cui si può parlare di danza sono tutti momenti importanti per fare piccoli passi avanti.
Grazie ai mesi che ho passato nel coordinamento (sebbene in fase embrionale), ho cominciato a vedere le cose da un’altra prospettiva, ho cominciato ad interessarmi alle leggi in fatto di spettacolo, e quindi credo che comunque per me sia stato un momento importante, a prescindere dal fatto che poi ne sono uscita.
Il fatto che siamo qui a riproporre il tema della qualità, e che ci sia adesso la volontà di affronare questo confronto, vuol dire che i tempi sono maturi, e questo è anche merito della spinta data anche dal coordinamento, che ha comunque in qualche modo smosso le acque, e anche coloro che ne sono usciti alla fine sono andati avanti nella ricerca di una strada percorribile. Come questo sito dimostra.
Per quanto riguarda la qualità, io credo che non si possa pensare di finanziare solo ed esclusivamente i progetti che una ristretta cerchia di persone ritengono “di qualità”. Io credo che il sostegno alla creatività debba esere fatto a più livelli. In altre parole, bisognerebbe permettere a più realtà possibili di esprimersi, e non solo a pochi eletti. In sostanza secondo me non dovrebbero esserci pochi progetti supersovvenzionati diciamo “di eccellenza”, ma più progetti sostenuti in modo intelligente. In questo modo forse la qualità (parola ancora da definire) passerebbe in secondo piano, e verrebbero preferiti coe criteri la personalità, l’originalità e il potenziale comunicativo del lavoro…non so, la butto lì.
Poi ci terrei a sottolineare che il sostegno economico è solo il primo passo verso un cambiamento. La commissione dovrebbe anche seguire personalmente il lavoro assistendo alle prove, fino alla messa in scena. Molte volte si danno i fondi ai progetti ma poi nessuno effettivamente va a vedere cosa è stato prodotto con quel denaro….e questo diciamo che non fa bene a quella “qualità” di cui tanto si parla!
Stavo pensando alle commissioni dei festival del cinema. Di solito sono composte di addetti ai lavori provenienti dai vari settori, e a volte ci sono anche persone che non sono strettamente legate al mondo del cinema. Forse anche la composizione delle commissioni potrebbe fare la differenza. Per esempio la presenza di registi teatrali , di scenografi o altro all’interno delle commissioni che scelgono i progetti di danza (oltre a coreografi, danzatori e addetti ai lavori), potrebbe garantire una visione più ampia della faccenda, o comunque potrebbe animare una discussione interessante in fase di scelta.
Ragazzi…sto andando a braccio, considerate questo mio commento come un inizio di brain storming. Vista l’ora, e visto che andrei avanti per ore (col rischio di spararle grosse), per il momento mi autocensuro e chiudo qui, in attesa di vostre osservazioni…
Buonanotte.
@lia, mi dai qualche chiarimento sul coordinamento?
D’accordo con te sul fatto che la qualità sia difficile da definire e soprattutto individuare, penso che potrebbero e dovrebbero esserci diverse fasce di finanziamenti, con moolta più attenzione ai giovani, alle novità, e facilitazioni per l’accesso ai fondi a chi comincia. Salvo poi non finanziarli più se dimostrano di non avere tenuta professionale o niente da dire. Utopia?! monica
@monica: lia nel commento e franca nel video hanno fatto riferimento al “coordinamento” o al “c-dap”, che è poi la stessa cosa. Si tratta di un’associazione che raggruppa un po’ di compagnie e danzatori lombardi, quindi è più che altro una questione locale. Vorrei fare solo un piccolo appello: dalle statistiche del blog risulta che siamo seguiti in 88 città italiane, da Milano a L’Aquila, da Trieste a Gorizia, fino a Eboli, Palermo, Cagliari, e tante altre. Questo solo in Italia. All’estero ci seguono in India, Cina, quasi tutta l’Europa, compresa la santa madre Russia, dal Canada, Brasile e dagli Usa – probabilmente colleghi italiani che lavorano all’estero. Questo non per dire quanto siamo fichi (anche se effettivamente fa un certo effetto tutto ciò), ma solo perchè, quando parliamo di realtà locali, sarebbe meglio non dare per scontato che tutti le conoscano. Non lo dico per castrarvi, ma magari potete brevemente spiegare. Perchè ‘glocale’ è bello. Un saluto.
Ciao Giovanni!
Hai ragione….soprattutto sulla ficaggine del sito.
SIAMO ‘GLOCALI’! :-)))
Un pò di storia recente:
C-dap, coordinamento danza e arti performative per la Lombardia. Hannno un sito che potete visitare, e anche una pagina su myspace. http://www.c-dap.org oppure http://www.myspace.com/dapc
Qualche anno fa sono sorti dei coordinamenti regionali in Italia, per la danza contemporanea e le arti performative, sotto la spinta data da Roberto Castello. Questi coordinamenti confluiscono poi nel tavolo nazionale dei coordinamenti, che si prefigge di essere un interlocutore con le istituzioni.
Questa prospettiva ha smosso parecchia energia, e in principio c’è stata molta euforia nel sentire che qualcosa stava succedendo. Ci si è riuniti molto spesso, si è partecipato ad una tavola rotonda per la danza a palazzo Marino a Milano, proprio per discutere del futuro della danza e della legge regionale per lo spettacolo dal vivo. Molte discussioni ne sono nate, più o meno accese, fino alla decisione, dopo circa un anno, di fare associazione. Questa formalizzazione del coordinamento è stato un pò uno spartiacque importante perchè alcuni sono rimasti ed altri hanno deciso di non associarsi.
Il c-dap attualmente continua la sua attività nonostante apparentemente i fuochi d’artificio si sono un pò spenti, ma per sapere effettivamente quali sono i progetti e le idee bisognerebbe chiedere a Francam che è nel direttivo.
Scusate se ho citato qualcosa senza spiegare bene cosa fosse, non pensavo che i nostri commenti fossero letti dal mondo intero.
Per quanto riguarda il commento di Monica, ci terrei a specificare che è vero che manca totalmente il sostegno per chi comincia adesso a fare qualcosa nell’ambito dello spettacolo, ma anche chi c’è dentro da un pò non è che stia in una situazione migliore!
Io penso che in questo momento ci troviamo un pò di fronte ad un foglio di carta pressochè pulito, e che questa occasione di confronto non vada sprecata, perchè se riusciamo a farci sentire tutti insieme potremmo anche decidere noi cosa deve esserci scritto in questo foglio.
Forse dovremmo trovare un esempio da seguire, una traccia collaudata che possa fornirci uno spunto di riflessione costruttiva, un’idea su quale potrebbe essere ilsistema per far funzionare le cose.
@giovanni e lia grazie; ora mi è più chiaro. Effettivamente mi ricordo del fermento iniziale ma poi non so cosa sia successo dopo; chi coordina il Lazio? Anche io non pensavo che il blog fosse seguito all’estero, accipicchia! quindi preciso che quando parlavo precedentemente di ministero intendevo il MIUR o Mur, ancora non si sono messi bene d’accordo sulla i di istruzione, comunque Ministero della università e della ricerca (!) italiano. E che il CNAM è il Consiglio nazionale per l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica , sempre riferito a questo ministero. E già che ci siamo: non vi sembra curioso che la legge sulla formazione degli operatori dello spettacolo, la faccia un ministero che poco si occupa di formazione? Si vedrebbe necessità di un lavoro coordinato con una commissione tra i due ministeri, perlomeno, o no? Ultima cosa: Lia’ lo so sulla mia pelle che ai meno giovani non va meglio, credimi! è che lavorando ormai da anni con i ragazzi che si affacciano ora al mestiere, vedo che per loro le possibilità oggi sembrano ancora più scarse di quelle che sono state per noi negli anni ottanta. Baci a tutti, monica
…ciao Monica. Effettivamente la sanatoria dovrebbe essere realizzata dai due ministeri (cultura e istruzione) in collaborazione. Ma i dubbi e le incongruenze sono davvero tanti per quanto riguarda questa formazione per gli insegnanti. Prima fra tutte la cosa che ha osservato anche Franca, e cioè che si parla di formazione obbloigatoria per chi insegna danza, ma non per chi insegna recitazione o musica (fermo restando che per la musica qualche cosina in più c’è già). Rimango in attesa di avere qualche testo da leggere con calma, perchè davvero credo sia necessario dedicare ancora un pò di tempo al perfezionamento di questo progetto, che se fosse fatto con intelligenza potrebbe rappresentare davvero un bel passo avanti.
Per l’ultima osservazione che hai fatto….direi che siamo d’accordo, e che diciamo la stessa cosa, visto che negli anni ottanta io avevo appena iniziato a studiare danza. Però, detto sinceramente, a 34 anni non mi considererei proprio una giovane danzatrice….ecco, lo sapevo, faccio parte davvero di una generazione sfigata: troppo giovani per aver potuto usufruire delle possibilità degli anni ’80, e troppo vecchi per essere considerati dei giovani emergenti…ho proprio sbagliato tutto!!!! 🙂
A parte gli scherzi…credo che un approfondimento sulla sanatoria sia doveroso. Qualsiasi cosa, documento, link che parli di questo…postiamo postiamo postiamo!!! Bisogna assolutamente documentarsi per poter cominciare una discussione, e soprattutto per poter mettere sulla carta qualche proposta papabile.
Per esempio, mi piacerebbe sapere qualcosa di più da Valentina Sordo sul corso di cui parlava, in Francia, che le ha rilasciato il diploma per poter insegnare….visto che esiste qualcosa di simile otralpe potrebbe essere utile sapere in che modo si sono organizzati! Se c’è obbligo di presenza, che materie si studiano, se c’è un riconoscimento per chi fa il mestiere del danzatore da anni, se si possono dare gli esami senza seguire le lezioni, se riguarda la lezione di danza in specifico o se si tratta invece di lezioni complementari…
Valentina, please, illuminaci!
Ciao!
L
@Monica: nel Lazio c’è il CORE. Ha una pagina su myspace. http://www.myspace.com/corelazio
@monica
volevo segnalarti anche il sito del coordinamento piemonte, che è molto allegro, ricco di informazioni e colorato! Nel menu a tendina c’è anche una parte dedicata alle politiche.
http://www.coorpi.org
Buona navigazione!!!!
Lia
@ragazzi, contengo a stento l’entusiasmo per questo fertile scambio di informazioni! appena ho tempo tutti questi link che mi avete passato li raccolgo in un post sul mio blog, così, tanto per allargare a più persone possibili il dibattito. Poi, per i documenti in circolazione: credo ci sia già una bozza per i licei coreutici, e che tale bozza abbia già superato il vaglio della settima commissione, ma non sono certa. Appena ce l’ho ve la giro! Quanto alla formazione per il teatro; non ci pensano, ( in alte sfere), molto probabilmente anche perchè , come dicevo, non c’è la necessità di riconvertire corsi di base forniti fino ad oggi da accademie e conservatori; la formazione teatrale di base per i bambini e i ragazzi in Italia, semplicemente, non è mai esistita!! Quindi la nostra scuola e altre serissime scuole di teatro, ma private, si sono sempre rivolte alla fascia di studenti post-liceali. Invece per la mia esperienza e convinzione , sarebbe importantissima!
Da ultimo e sempre per Lia: 35 anni?! ma beata te!!! 🙂 é una bellissima età , dai! baci, monica
@Lia pardon, volevo dire 34 anni…Monica 🙂
@monica.
Sarebbe davvero interessante leggere la bozza per i licei coreutici, giusto per capirci qualcosa di più e per trovare una possibile connessione tra la sanatoria e la regolamentazione dell’insegnamento nei licei coreutici…sempre che ce ne sia una , di connessione!!!!
Mi sembra di avere di fronte a me una distesa di pezzi di un puzzle, e di scoprire che sono tutti provenienti da puzzle diversi: impossibile incastrarli!!!
Per l’età…beh…passeggera come tutto del resto.
Un caloroso saluto a te e a tutti.
L
Ciao, ho letto ora tutti i vostri interessantissimi post.
Anch’io faccio parte da poco più di un anno di un coordinamento veneto che si chiama REV e dove si è discusso molto e interessati alla “legge” esattamente come è successo in lombardia.
vi do qui 2 links attinenti
http://www.silviagribaudi.com/rev.html
è il “mitico” presidente in carica
http://www.revartiperformative.it/home.html
il sito ufficiale
http://www.registrodanzaveneto.org/
dove troverete la maggior parte degli iscritti a Rev
So che per Roma, molto attiva e in contatto con Roberto Castello e altri ,il referente e Giovanna Velardi e per l’emilia-romagna Nicoletta Cabassi,che è anche nel direttivo di REV.
Questo perchè mi sembra che di fermento in questo momento, c’è .La mia domanda è :in quante regioni? è in tutta Italia?
AL momento so di lazio,lombardia, veneto,piemonte,alcune notizie dalla sicilia,toscana,…. e il resto?
Infine, ho 33 anni,e la frase di Lia :”faccio parte davvero di una generazione sfigata: troppo giovani per aver potuto usufruire delle possibilità degli anni ‘80, e troppo vecchi per essere considerati dei giovani emergenti” è il mantra della mia vita!
Allora,sono felice di sentire che è un sentire comune alla nostra generazione:purtroppo è orizzontale,ovvero attraversa tutti gli strati sociali ed economici e formativi,siamo sempre stati in mezzo alle riforme e per ciò imgombranti e semplicemente abbandonati….. ma qui e ora non è la sede. Ma propongo di usarlo come indagine sulla generazione 30enni ….
Mi intriga come argomento…
Infine, faccio parte di quelli emigrati zingari in europa a causa formazione professionale,ho girovagato per 7 anni: nel 2005 ho ottenuto il sudato diploma universitario in dance performance presso la SEAD di SAlisburgo e dal 2006 sono rientrata,quasi completamente stabilmente in Italia:un avventura degna del miglior libro di narrativa! (SOlo per dire: per l’italia io ho conseguito solo la vecchia licenza linguista punteggio 54/60-un dinosauro- e i crediti europei della mia laurea e lavori svolti in germania,austria,slovenia,spariti tipo vampiro al sole del ENPALS…).Ed oggi? Qui,disoccupata,of course, full optional e disponibile ad insegnare le più disparate discipline e un croll verticale della mia ricerca e delle performance.Finanze…meglio tralasciare.Ho colto tutte le opportunità che ho avuto la fortuna di avere e continuo a lottare a denti stretti,come tutti.
La mia paura è quanto tutto ciò incida su ciò che è in realtà il mio lavoro:la ricerca e produzione.
L’unica cosa certa che i giorni passano.
Un abbraccio
Aggiornamento!
Presidente del Core di Roma non è più Giovanna Velardi da qualche mese, ma Danila Blasi. Giovanna Velardi ha fatto il salto in Commissione Danza (al ministero) come rappresentante della Conferenza Stato-Regioni.
@cristine. Mi riconosco in quello che dici, e credo che su questo blog troverai molte persone che in qualche modo sentono questo senso di soffocamento e di impotenza che ci avvolge pesante come un polipo nero attaccato al petto. Purtroppo non solo nel nostro settore, sebbene per noi la situazione sia particolarmente critica. Pare che la generazione di chi adesso ha trent’anni sia davvero allo sbando.
Io ho fatto a tempo a vivere gli ultimi anni di fasti, le ultime micce dei famosi anni ’80, prima del tracollo, perchè non appena finita l’accademia per ben due stagioni ho avuto il privilegio di fare ‘il mestiere’ della danzatrice in una compagnia stabile a Milano. Stipendiata e tutto, 200 spettacoli l’anno e tournee. Poi i teatri hanno cominciato a chiudere, le compagnie a sciogliersi, e questo continua inesorabilmente senza accennare a smettere.
Ormai fare cultura, tentare di fare arte (le due cose non è detto che vengano insieme) è diventato un lusso che davvero pochi possono permettersi.
@giovanni. Che Giovanna Velardi sia al ministero è una bellissima notizia! Ho seguito i suoi interventi in varie occasioni e sono contenta che in qualche modo possa rappresentarci a livello nazionale. In più lei ha lavorato all’estero per diverso tempo e quindi magari può portare qualche preziosa esperienza che possa servire da esempio , da spunto.
Sono convinta che se le inviassimo qualche proposta lei sarebbe disponibile a mettersi in contatto per discuterne….anzi…magari ci sta già leggendo!
sono sempre più contenta di questa zona franca (e anche Franca :-)) in cui discutere insieme.
Buonanotte a tuttiiiii!!!!