Diamo un volto a: 1. Cristine! e 2. Augusto Radice, presidente di Aidap -Federdanza (Agis). E’ una scatola cinese: AGIS contiene Federdanza, Federdanza contiene Aidap, Aidap contiene e rappresenta le compagnia di danza. Non tutte le compagnie riescono ad entrare in Aidap: l’accesso è regolato con meccanismi che ci sono poco chiari, ma se volete provare ad entrare basta che li contattiate. Aidap entra nei tavoli negoziali con il ministero della cultura e con la VII commissione cultura e rappresenta gli interessi delle compagnie di danza. Non è un sindacato, ma è solo un ente che aspira a rappresentarci nei confronti delle istituzioni.
In questo video Cristine ci spiega la posizione di Radice sulla nuova legge per lo Spettacolo dal Vivo. Radice si auspica che le compagnie tengano una posizione il più possibile pragmatica nei confronti della legge. Il mercato è lo spazio con cui ci dovremo confrontare sempre di più. Sfornare prodotti adatti al mercato, senza snaturare la ricerca artistica, ma tenendo conto anche che i nostri lavori devono essere visti e venduti. Che ne pensate?
Ciao Cristine, grazie per il tuo interessantissimo videopost.
Mentre lo ascoltavo/guardavo la prima cosa che ho pensato è che alla fine ci sono due temi che ritornano sempre, anche all’interno della comunità di studio28, e cioè l’importanza di avere una buona legge regionale che possa dare una interpretazione vantaggiosa della legge quadro , e la discussione sulla Qualità (la scrivo con la Q maiuscola perchè oramai per me ha assunto un valore quasi mistico). Sono argomenti che per quanto si voglia glissarli o evitarli si ripresentano sempre, e non credo sia importante arrivare ad avere delle risposte precise, almeno per quanto riguarda la Qualità, ma che sia proprio importante interrogarci inqualche modo in quetso senso.
Per quanto riguarda quello che dice Radice, io non sono assolutamente d’accordo quando sostiene che la creazione deve tenere conto della spendibilità “senza scalfire più di tanto” la coerenza con le proprie idee.
Argomentazione della mia affermazione:
penso semplicemente che le opere che hanno cambiato il nostro modo di concepirel’arte, sia da creatori che da spettatori, sono opere che non sempre sono state capite dal pubblico alla loro prima rappresentazione o esposizione, ma che sono poi entrate negli annali a posteriori. La ricerca, il senso profondo della ricerca è proprio questo secondo me, quello di spingersi oltre i limiti, di realizzare opere che non devono compiacere, e per fare questo non occorrono soldi (o meglio non solo), ma occorrono persone intelligenti e che siano disposte a rischiare pur di sostenere la cultura quando sono convinte di trovarsi di fronte ad una autentica e onesta creazione artistica.
La ricerca è un investimento sul futuro, esattamente come accade per quella scientifica. L’investimento che si fa adesso potrebbe dare i suoi risultati tra 50 anni, ma questa non è una buona ragione per non investire, anzi, è proprio l’esatto opposto.
La storia dell’arte e del teatro sono piene di esempi che si potrebbero fare.
Ultimo e poi chiudo:
Hai parlato della indennità di disoccupazione.
Io ho letto la bozza più volte e non avevo letto da nessuna parte le parole “indennità di disoccupazione” … ma forse sono rinco … o magari la copia che hai tu è aggiornata rispetto alla bozza che ho io.
La domanda è: sei al corrente per quali tipi di contratto è prevista questa indennità? Attualmente nè i contratti a progetto, nè autonomi (cioè i più diffusi nel nostro settore) hanno diritto all’indennità. Solo chi ha il contratto a tempo DETErminato o INDETERminato può accedere a quetso tipo di sussidio … un cambiamento in questo senso rappresenterebbe la comparsa di quegli ammortizzatori sociali ai quali era stato dedicato anche un videopost in passato.
Bene. è tutto.
Spero che mille nuovi confronti possano nascere a studio28.tv !!!
L
Io credo che in linea di massima un discorso “mercatista” può andar bene: il mercato (l’insieme di pubblico e operatori) è molto intelligente e può inserire proposte iper contemporanee e culturalmente “difficili”. Il nostro festival estivo è di questo genere e siamo sempre al tutto esaurito (o tutti esauriti?).
Il problema è che in Italia non c’è libero mercato. Siamo completamente saturi e avvelenati dai fondi del fus, non distribuiti con intelligenza, e non distribuiti a operatori lungimiranti, per cui credo che, finchè non cambieranno le modalità e le quantità di distribuzione dei finanziamenti, il mercato in italia non ha ragion d’essere. Però è bene che ci attrezziamo tutti perchè l’Europa è già lì e presto ci trascinerà nella meritocrazia.