Un breve aggiornamento sulla situazione del decreto sulle Fondazioni Lirico-Sinfoniche e sulla legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
21 Novembre 2024
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Un breve aggiornamento sulla situazione del decreto sulle Fondazioni Lirico-Sinfoniche e sulla legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
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Chissà perchè non sono affatto meravigliata da questa notizia sulla legge Carlucci-De Biasi.
interessante l’incrocio dei dati e la chiara discrepanza tra i denari che certe fondazioni percepiscono e la reale produzione in termini di repliche e prodotto artistico ( da una parte ringrazio il cielo che un san carlo di napoli replichi poco dall’altra mi vengono le macchie psicosomatiche al collo)…
Effettivamente, come dice anche Giovanni nel video post, se parliamo di percentuale del FUS che le grandi fondazioni si prendono, potrebbe essere fuorviante, perchè poi quando andiamo a vedere il totale assoluto in euro della sovvenzione, rispetto al resto d’Europa, ci si rende conto che non è che le fondazioni sono delle macchine succhiasoldi, è che il fondo è veramente esiguo.
Io gli spettacoli del San Carlo di Napoli non li ho mai visti, ma ho sentito suonare l’orchesta, e devo dire che si tratta di professionisti di alto livello. Per il resto immagino che facciano balletto e Opera lirica.
Per non parlare di qualità, che a quanto pare è un parametro che ci porta fuori strada, bisogna a mio parere parlare di pubblico, di affluenze. Sarebbe interessante sapere quanta affluenza di pubblico c’è stata in quei 40 spettacoli l’anno. Parliamoci chiaro: le produzioni più raffinate ad intelligenti che sono state fatte in Scala (scusate se parlo sempre di questo teatro ma è quello che conosco meglio), con regie di gente come Carsen o Lepage, non sono state gradite dal pubblico tanto quanto l’Aida di Zeffirelli, che considero una delle produzioni più noiose e inutili che abbia mai visto ma che ha fatto il pienone per tutte le sere.
Quindi secondo me i dati che riguardano l’affluenza di pubblico completerebbero e chiarirebbero il quadro generale.
La quantita’ di pubblico e’ il parametro piu’ scagato di tutti, effettivamente. Agli enti pubblici che ti finanziano interessa piu’ lo spessore della rassegna stampa che la quantita’ di spettatori (esperienza personale). E questo si lega anche al discorso sul fatto che gli italiani non vanno a teatro: certo! Se gli enti finanziatori non richiedono una rendicontazione basata sul pubblico, gli enti finanziati se ne sbattono di fare una promozione fatta bene e spendono tutto in ufficio stampa. Ma ora la bolla delle fondazioni e dei grandi enti sta esplodendo, e si ritornera’ a un po’ di economia reale, al sano sbigliettamento (proprio come in Grecia!).