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La bozza della Legge per lo Spettacolo dal Vivo – Testo unificato
22 Dicembre 2024
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[…] Per approfondire consulta articolo originale: La nuova legge per lo spettacolo e la formazione: la sanatoria per … […]
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mi piace, ci voleva. in bocca al lupo!
La burocrazia, una passione tutta italiana!! Certo gli intenti sono buoni, ma i percorsi immaginati veramente farraginosi, come sempre e poi… come sempre, chi controllerà i controllori? Grande scontro di poteri all’orizzonte!
Finalmente! Mi sembra giustissimo nell’intento, il punto e’ capire come venga organizzata questa regolamentazione. Un’operazione del genere ci voleva da tempo, ma e’ cruciale che venga svolta con criteri seri e sensati. Siamo pero’ fiduciosi…tanto se non ci muoviamo mai, le cose cambieranno difficilmente.
condivido sara. sembra essere una buona legge anche per la formazione. magari ci saranno delle modifiche o degli emendamenti dell’ultimo momento che ne modificheranno qualche aspetto, ma nella sua totalità sembra un cambiamento verso il meglio, anche perchè in Italia non c’è ancora mai stata una legge quadro per lo spettacolo, e soprattutto la danza è stata l’ultima ad essere regolamentata. Occorrerà abituarsi a non muoversi più nell’anarchia e a confrontarsi con dei “paletti” (come direbbe Lucia Annunziata!) che però forniranno a tutti un servizio, si spera, migliore…
FORSE…forse sono gli ultimi giorni prima dell’approvazione della legge, ma forse c’è ancora tempo per l’organizzazione della sanatoria, la scelta delle commissioni, degli organismi che dovranno valutare i curriculum eccetera. forse sarebbe opportuno che chi è interessato legga bene e esprima la sua proposta. forse potremmo trovare il modo di farci sentire. forse è meglio non lasciare tutto alle speranze.
Sì ma io ho 22 anni e insegno a bambine di 6 anni, che devrò fare???
ciao camilla, nei prossimi giorni postiamo il seguito del video di Franca. Secondo la proposta di sanatoria dovresti comunque parificarti con i futuri insegnanti di danza, e quindi fare un 3+2 (come una ‘laurea’ in danza), ma è meglio se segui il video che entra più nel dettaglio. poi tutto dipende da come sarà la sanatoria definitiva. attendiamo trepidanti anche noi.
la cosa disgustosa è che i docenti sopra i 50 anni, didatticamente i più pericolosi (con tutto rispetto)!!!, lavoreranno a briglie sciolte finchè l’osteporosi non ce li toglierà di torno!!!
è assurdo!
che italia geriatrica!!!!!!
sono mooooolto interessato al seguito del video!
grazie
d.m.
innanzitutto vorrei ringraziare Franca Ferrari e lo studio 28 per averci spiegato per bene come funziona la faccenda. Effettivamente era ora che ci si muovesse verso una regolamentazione dell’insegnamento della danza, negli interessi nostri ma anche degli allievi, che devono sapere in che mani si affidano. Però….c’è sempre un però….in Italia anche le iniziative buone non vengono mai accolte con ottimismo, che dire. Mi leggerò per bene la legge, com Franca ci ha consigliato, ma un cambiamento così grande forse necessitava di una lavorazione maggiore sul testo, anche perchè una volta approvata la legge passerà all’applicazione. Non vorrei trovarmi, dopo quattordici anni di esperienza, senza la possibilità di insegnare….e chi sono le persone che comporranno questa commissione….ma soprattutto CHI formerà questi maestri? Mah…le perplessità sono tante, aspetto la seconda puntata della nuova sit-com “casa Ferrari”….MA NON FATECI ATTENDERE TROPPO!!!!!!!!!!!
Casa Ferrari continuerà, naturalmente. Pendiamo tutti dalle sue labbra.
ma esattamente qualcuno sa quale sezione della legge è quella citata da Franca???Me la sono appena stampata e domani me la studierò per bene in treno, ma dando una veloce scorsa non ho trovato la sezione che ci ha letto nel video…
…vi farò sapere a quali conclusioni arriverò dopo la lettura…
Buonanotte a tutti
Lia
Ciao a tutti. Ieri ho letto attentamente TUTTA la legge per lo spettacolo dal vivo. E’ parecchio diversa dalla precedente bozza in mio possesso e questo secondo me è positivo perchè vuol dire che il lavoro di scrittura del testo comunque continua.
Ho delle domande da proporvi, e magari qualcuno mis a anche rispondere:
1- Art.4 la Conferenza Unificata. Ha il compito di esprimersi sugli ‘indirizzi generali’ per lo sviluppo dello spettacolo dal vivo. Cosa sono questi ‘indirizzi generali’? E da CHI sarà composta questa Conferenza?
2- secondo questa bozza di legge dovrebebro formarsi tutta una serie di organi che decidono, scelgono, formano, esaminano….si parla di QUALITA’…io vorrei sapere come intendono organizzare tutti questi organi e soprattutto come intenderanno sceglierne i membri, perchè quando compare la magica parolina QUALITA’, in realtà la faccenda diventa delicatissima. A seconda dell’assortimento di teste all’interno di questi organi, infatti, il concetto stesso di qualità potrebbe cambiare anche sostanzialmente, e credo ci sia bisogno davvero di unire persone di provenienze molto diverse per garantire la varietà nelle scelte. Voi che dite?
3- ma soprattutto….non hanno mai trovato soldi per finanziare lo spettcolo dal vivo e ora realizzano questa bozza di legge che in molti passaggi sembra davvero quello che abbiamo desiderato negli ultimi anni, ma che comporta un spesa davvero esorbitante. Non sarà la solita legge fuffa che in sostanza non porterà nessun cambiamento ma che ci obbligherà solamente a pagare più tasse e più gabelle?
4-Ho trovato il passaggio di cui ci parlava Franca Ferrari, è all’art.20, ma c’è scritto soltanto:
L’insegnamento della danza, limitatamente ad allievi di età inferiore ai 14 anni, è riservato a chi ha possesso di specifico titolo di studio o di adeguato titolo professionale.
Ma non si capisce neanche cosa dovrebebro essere questi titoli di cui parla. Dove possiamo trovare il tetso che ci ha letto Franca?? Potete caricarlo sul sito oppure non si può avere? Mi interesserebbe moltissimo leggerlo per intero.
Ciao Lia, d’accordo sulla parola qualità. Anche adesso le commissioni funzionano con i famigerati criteri di qualità. Devo dire che il concetto di qualità si sta insinuando anche in chi ministeriale non è, e anche questo è molto pericoloso. Se parliamo dei nostri reciproci lavori mettendone in dubbio la qualità siamo alle cozze – mi riferisco alla querelle ‘Castello’ di cui anche tu hai parlato sul tuo blog. Qual è la qualità di un lavoro di danza, e come può la qualità di un lavoro “superare” la qualità di un altro. Quantità supera quantità, ma qualità direi proprio di no. Ogni qualità è degna di essere sostenuta.
Sulle tasse e gabelle, non credo che il bilancio del settore spettacolo possa pesare così tanto sulle tasche di 60 milioni di italiani da aumentarne le tasse. Piuttosto riorganizzeranno la spesa interna. So, ma non ricordo la fonte, che le lotterie (superenalotto, lotto, e via dicendo) daranno parte del loro bilancio allo spettacolo, cosa che attualmente non succede (ma vi prego smentitemi se sbaglio). Inoltre la legge, che ricordiamoci è una legge “quadro”, è solo una legge di indirizzo che dovrà essere recepita dalle Regioni e dai successivi decreti attuativi (vedi la tua domanda sugli ‘indirizzi generali’). Ogni regione si organizzerà in autonomia. Per questo stanno diventando sempre più importanti le elezioni regionali. I bilanci coinvolti saranno certamente quello dello Stato ma sempre di più anche quelli delle regioni. Un altro elemento che mi sembra importante nella legge è il sostegno, attraverso sgravi fiscali sulle erogazioni liberali, dei privati che sosterranno lo spettacolo (un po’ come funziona negli USA, dove i privati sono invogliati a sostenere lo spettacolo grazie a ingenti sgravi fiscali). Questo punto non è a carico del bilancio dello Stato, semplicemente per il fatto che quelle erogazioni, senza detassazione, non verrebbero fatte.
Personalmente, più che da questa nuova legge (che finalmente stabilisce che la danza è un settore completamente slegato dagli altri) sono più preoccupato per il destino della nostra regione. Una (buona) legge approvata nel 2008 non mi sembra abbia ancora trovato alcuna applicazione. Le altre regioni si muovono molto più in fretta e con intelligenza. E tra l’altro sono proprio le regioni con cui confiniamo, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte.
E’ vero, c’è bisogno di svegliarsi qui in Lombardia, ma cosa possiamo are praticamente? Abbiamo un canale di dialogo aperto da qualche parte? Se si potremmo anche iniziare già da adesso a buttare giu proposte, perchè direi che di tempo non ne rimane poi molto.
Sono d’accordo con te quando dici che c’era bisogno di un primo passo verso questa emancipazione della danza.
Sono tanti gli aspetti positivi di questa bozza, avevo infatti evidenziato solo quelli che avevano sollevato dei dubbi, e altri che invece avevano provocato stizza, proprio come quello che riguarda la qualità.
Una delle prime discussioni che c’erano state nel C-dap (coordinamento danza contemporanea) quando ancora non era associazione, era stata proprio una discussione sul concetto di qualità. Siamo stati diverse ore a discutere, e alcuni colleghi sostenevano che esistono delle opere o degli autori coreografici di cui la qualità è ‘ovvia’, cioè una qualità talmente lampante da mettere tutti d’accordo. Altri -tra cui anche io- sostenevano invece che la qualità non deve essere messa in discussione, e che bisognerebbe individuare altri parametri per decidere se un lavoro è di interesse culturale e sociale oppure no. Alla fine di questa interminabile discussione non siamo arrivati a nessuna conclusione, e ognuno di noi è rimasto arroccato nelle sue idee. Per questo credo che questo sia un nodo non facile da sciogliere.
Ultima cosa: hai ragione tu: è data indicazione nella bozza che le risorse per il Fondo vadano prese da percentuali delle entrate per il gioco del lotto, percentuale dai sequestri di beni illeciti, e dalla porno tax (ommamma!!!!)
Il problema ‘qualità’ è un tormento che si è cercato di tramandare e si continua a farlo da quei pochi che vogliono rinforzare il proprio ovile. Mi ricordi di una discussione Cdap di tempo fa sull’argomento: non lo ricordavo! Secondo me, i movimenti erano stati aizzati al fine di garantire quel concetto di qualità! Sembra incredibile, no?
Ed è uno dei motivi per cui non facciamo più parte del Cdap. Dadadaaa! Ma non perché non crediamo nel Cdap: anzi, per noi il Cdap è un sogno ad occhi aperti! Non si è solo pronti a quel sogno. Troppa fretta iniettataci sotto le mentite spoglie di un’ urgenza: ma l’urgenza di CHI veramente? E, nella fretta, poi tanta confusione…che ancora persiste! E la confusione rallenta il raggiungimento degli obiettivi di tutti. Ma non ci sono colpe da parte di chi ci ha provato. Non ci siamo resi conto che stavamo sostenendo un preciso disegno di un individualista o un gruppo affine al quel individualista. Dunque bisogna ripartire da zero ma con serenità. Ed essere qui lo sta dimostrando. Condividiamo in più possibile. Perché secondo me, da qualche parte, qualcuno avrà una proposta, una soluzione possibile. Ma dobbiamo arrivare a quel qualcuno, lontano o vicino che sia.
Giuseppe, sei riuscito davvero a esprimere esattamente quello che ho provato io nei mesi in cui ho fatto parte di quel movimento. Come te alla fine ho fatto un passo indietro proprio perchèmisembrava che la discussione avesse in qualche modo bypassato delle tappe importanti. Fare una legge che regolamenti lospettacolo dal vivo non è per nulla una cosa facile.
Alla setssa stregua la penso anche sulla sanatoria per gli insegnanti di danza. Io insegno da tanti anni, e quello che io trasmetto e con quale metodo lo trasmetto ai miei allievi è frutto di esperienza quotidiana sul campo, di tentativi, di tanto lavoro e dedizione. Tra le altre cose tutte queste esperienze rappresentano un passo avanti nell’insegnamento, il superamento di un certo modo di pensare al movimento monolitico e immobile che ancora esiste proprio nelle accademie professionali che sono considerate di alto livello. Quindi non so proprio come il mio lavoro potrebbe essere valutato da una commissione composta da membri provenienti da queste accademie conservatrici…probabilmente non sarebbe ben visto, non verrebbe capito…non si riuscirebbe a vedere ‘la qualità’ del mio operato perchè osservato attraverso una lente che non permette di vederne i dettagli.
Pr fortuna non insegno ai minori di 14 anni, ma questo non cambia le cose perchè come me ce ne sono tanti altri di docenti di danza che lavorano e costruiscono il loro mestiere duramente.
Quindi, mentre siamo qui ad aspettare il messia che ci metta in comunicazione con l’alto, vorrei proporvi di cominciare questa discussione già da adesso, anzi, io sto già pubblicizzando questo sito a tutti i miei amici danzatori, proprio perchè secondo me è importante che si sappia dell’esistenza di un luogo (virtuale) nel quale poter investire delle energie insieme per costruire un’alternativa…oddio parlo come gli spot del PD…scusate.
Sono d’accordissimo. E’ giusto che tu possa rivendicare la TUA qualità peculiare: è il senso che sta alla base del contemporaneo. E a questo dobbiamo ambire: riconoscere una pluralità significativa e poi far sì che ci venga riconosciuta. Questo è possibile innanzitutto recuperando la fiducia in noi (danzatori contemporanei italiani fuori da certi circuiti). Ma permettere anche agli altri di recuperare quella fiducia. Ovvero tutti i danzatori contemporanei nella loro pluralità non devono sentirsi ‘inferiori’ ad altri ma sentirsi sicuri di valere. Per questo siamo qui. Fatto questo, vedremo come interagire con quel movimento monolitico e immobile di cui tu parli. Il problema prima di quello è stato il ‘nemico nascosto’ tra noi, che ha ammaliato e vuole farci orientare verso una ‘qualità’ univoca e sbrigativa per far gruppo. E quindi fatto il gruppo, si può affrontare il movimento monolitico e immobile: dunque fine ineccepibile ma non ci siamo sui criteri! Vediamo se adesso riusciamo a ‘fare gruppo’ davvero …che consisterà forse proprio nel non farlo invece…chissà! Ascoltiamoci bene per adesso…
p.s. adoooro quando parli come uno spot politico!!
…magari a qualcuno è sfuggito questo articolo di oggi su Repubblica.it.
….come dire…..
Saranno solo 11: cade di fatto un pezzo della riforma proprio nella sua più vantata novità
La Cgil caustica: “Avevamo capito male”. Da domani la possibilità di iscrizione per 500mila
Sorpresa, salta liceo musicale
l’annuncio della Gelmini ai sindacati
di SALVO INTRAVAIA
Prima ancora di vedere la luce, cade il primo pezzo della riforma Gelmini. E una delle novità in assoluto annunciate dal governo in pompa magna rimane per il prossimo anno al palo. I licei musicali e i licei coreutici saranno attivati col contagocce: 11 classi in tutta Italia. Quanto basta per comprendere che da domani, 26 febbraio, i 500 mila studenti delle terze medie potranno di fatto scegliere soltanto fra 5 licei (classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico e artistico) e non più sei.
Ad annunciarlo, dopo l’incontro tra i tecnici del ministero dell’Istruzione e i sindacati di ieri, è la Fcl Cgil. “Avevamo capito male!”, commentano sarcasticamente da via Leopoldo Serra. “Nell’incontro che si è tenuto ieri presso il ministero dell’Istruzione, l’amministrazione – spiegano – ha formalmente comunicato alle organizzazioni sindacali che l’anno prossimo saranno attivati non 40 classi di liceo musicale e 10 di liceo coreutico, ma, rispettivamente, dieci e una”. Non è esattamente la stessa probabilità di vincere 500 mila euro col Gratta e vinci, ma la probabilità di entrare in una di quelle classi per il mezzo milione di ragazzini in procinto di scegliere come proseguire gli studio è davvero risicata: una su 2 mila. Saranno infatti 250/300 i fortunatissimi.
La ragione della marcia indietro è legata ad una questione tecnica: “Alla ripartizione delle classi si provvede in sede di intesa con la Conferenza unificata sul dimensionamento della rete scolastica”, ma “l’intesa non è stata stipulata”. Così, il ministero ha deciso di partire con le sperimentazioni di liceo musicale e coreutico già “attivate con decreto ministeriale” in 11 scuole. L’elenco delle scuole che potranno attivare i licei musicali e i licei coreutica sarà diffuso su internet il primo marzo. Edc è facile comprendere che coloro che vorranno frequentarlo, visto che sarà a numero chiuso, dovranno sobbarcarsi una costosa trasferta. Oppure, rinunciarvi.
a quando il secondo video?
5 anni di tempo per adeguarsi a partire da quando.Grazie
Buongiorno Nadia, grazie per il tuo commento. La proposta di sanatoria di cui parla Franca è solo una bozza, e la trasmissione del suo intervento è stata interrotta perchè nel frattempo hanno approvato la bozza definitiva della VII Commissione (Cultura), quindi è un po’ tutto da rivedere e non ci sono aggiornamenti in merito. La legge come forse sai è ancora ferma alla Camera, in attesa di ricevere il benestare dalle altre Commissioni coinvolte. In ogni caso tutte le scadenze decorrono dal momento in cui verrà effettivamente inserita in Gazzetta Ufficiale, ma non sappiamo ancora quando ciò avverrà, probabilmente dopo le elezioni regionali. A questo link trovi un video più preciso sulla legge, e trovi anche un link per scaricarla: https://www.studio28.tv/?p=108
ma la finiamo con tutte queste regole??? è giusta questa legge?????????? ma secondo chi??? secondo quelli dell’accademia Nazionale!!!! e tutti gli altri cretini che hanno pagato fior fior di soldini e speso tempo ed energie???????? ma finiamola!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! leggi opportunistiche del cavolo……..e chi dice che sono giuste è meglio che pensi più in grande e non si fermi alle pareti della sua testa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
le altre accademie non contano??????????? che facciamo le chiudiamo???????? il teatro alla Scala non mi sembra che sforni degli incompetenti!!!!!!!e anche altre accademie sparse in giro per l’Italia…meno sentite ma facoltose tanto quanto l’accademia della capitale!!!!!!!!!!!!!
Va bene controllare che chi insegna abbia la capacità e la competenza per farlo…ma OBBLIGARE tutti gli insegnanti che hanno già studiato tanto a prendere una laurea mi sembra eccessivo e soprattutto sono proprio quelli dai 35 anni un su che andrebbero controllati visto che tempo fa,chiunque poteva aprire una scuola di danza,anche senza aver mai studiato!!! Quindi se è necessario avere un diploma da insegnante,la cosa migliore sarebbe istituire dei corsi abbordabili per tutti sia come prezzo sia come localizzazione..se no chi ha già una scuola come fa a frequentare l’accademia nazionale di roma?? Deve abbandonare la sua scuola? Ci vuole una soluzione alternativa..assolutamente…
Vedo che riprendono i commenti sui i titoli per gli insegnanti di danza. Dal 2010 la discussione è andata avanti, l’idea di un “monopolio” dell’Accademia nazionale è osteggiata da molti e si pensa verrà superato.
Siamo in molti (vedi http://www.asiddanza.it/manifesto.html) a pensare che ci voglia un riconoscimento per tutti coloro che già insegnano.
Personalmente provo molto rispetto per gli insegnanti di danza e credo che la passione che accompagna questo lavoro faccia superare anche eventuali lacune. Penso che l’unica “garanzia” che si dovrebbe chiedere è un esame di “anatomia della danza” visto che abbiamo a che fare con il corpo, ma anche questa idea è abbastanza complicata da realizzare. Poi considererei diciamo dei “crediti formativi” di vario tipo perché sappiamo che la formazione può avvenire in modo diverso.
Mi chiedo sempre perché ci sia questo accanimento sulla formazione degli insegnanti di danza e non avviene lo stesso nei confronti degli insegnanti di teatro o musica per esempio.
Si parla sempre dei “danni creati dalla danza”, ma non li ho mai visti e mi domando se gli sport non ne creino molti di più e nessuno dice niente.
Comunque la situazione è aperta e credo si riaffronterà quando si riaprirà la discussione della legge dello spettacolo dal vivo.
Spero in altri commenti
Franca Ferrari
WDA Europe crede profondamente che serve regolare l’insegnamento nella scuola privata, ovvio! Per l’insegnamento nelle scuole private serve capire come intervenire. Serve non solo la legge che regola chi insegna, ma dove prendere il titolo per insegnare (nel privato) per la scuola pubblica c’è già l’AND per questo. Nei licei coreutici vanno solamente quelli con il diploma di 2° livello (appunto dell’AND). Per il resto, peccato non affidarci del buon senso come in magior parte dei paesi al mondo. Quindi si, regoliamo l’insegnmento…. ma chi controlla i controllori. Per esempio Marco Perin senza la sanatoria non ha più la possibilità di insegnare ai 13 enni? Insomma serve pensarci bene cari governatori e chi fa le proposte….. the beat goes on. JF
Personalmente propenderei per un esame di abilitazione tipo quello per l’iscrizione agli albi professionali tipo avvocati o medici o altro. Chiaramente con un riconoscimento per i titoli di merito, gli anni di carriera e i luoghi (aver danzato come prima ballerina in compagnie private o in saggi non è la stessa cosa che aver danzato in teatri famosi e con grandi artisti).
Come sempre le leggi sono fumose, allora nella necessità di fare una cosa accessibile a tutti proponiamo un esame di stato.
La laurea dell’Accademia di Roma ha valore solo per l’insegnamento nella stessa accademia e nei Licei Coreutici statali.
Nel privato sappiamo che non è così, ma la questione non sono solo i titoli, sono le reali capacità e conoscenze di chi insegna.
Per questo trovo che un esame statale di abilitazione sia la cosa migliore, ognuno studia per se a casa e poi si presenta alla sessione.
Per alcuni di noi è impensabile per tempistica e costi fare il biennio a Roma.
E poi scusate che serietà da un Accademia il cui rettore è il primo a non avere i titoli necessari?
il continuo del video, quando uscirà?!
Mi auguro che tutti gli insegnanti improvvisati senza arte ne parte ( quasi tutti) che lavorano grazie all’ associazionismo vadano a casuccia.
Sono venuta a conoscenza solo ora di questo interessante video!!! Non ci sono state novità fino ad oggi? Purtroppo gli enti associativi che parlano di formazione per insegnanti, a cui a mio tempo mi sono interessata non sono riconosciuti.
Lascio la mia mail:
artedanza@infinito.it