21 Dicembre 2024

TMtype: performance for business

Con questo video si chiude il ciclo di interviste sulla sostenibilità economica dei progetti culturali. Dopo l’esperienza siciliana glocal di Tribeart e dopo il concept store Animal Spirits, tocca al TMtype, un servizio per le imprese creato dal Teatro Magro di Mantova. Abbiamo fatto anche allo staff di TMtype le domande di rito: come nasce un progetto che crea profitto per un’impresa culturale? Come si gestisce il complesso rapporto tra arte e marketing? Ecco le risposte. [Read more…]

Questa legge risorgerà

Emilia De Biasi, deputata del PD, ci spiega come la legge quadro per lo spettacolo dal vivo sia naufragata in seguito allo scioglimento delle Camere.
Come la riproporrà nella prossima legislatura?
Con l’on. De Biasi approfondiamo anche il tema del Progetto Grande Brera, cui sembra lo Stato italiano avrebbe destinato solo 23 milioni di euro.

Cultura come Bene Comune

Alla vigilia del convegno internazionale “Culture a Sistema“, organizzato dal comitato Cultura Bene Comune di Roma, Alessandro Hinna, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, ci parla proprio della cultura intesa come bene comune, un tema molto presente nel dibattito odierno sulle politiche culturali. Per Hinna è importante che la cultura, proprio perchè bene comune, sia gestita attraverso partenariati di nuova generazione formati dal settore pubblico e dal privato. Il primo garantirebbe quell’interesse “pubblico” necessario per rendere la cultura un bene realmente fruibile dai cittadini, il secondo, invece, dovrebbe garantire una gestione secondo criteri di efficacia e di efficienza, ormai diventati imprescindibili anche nel settore culturale. Questo e molto altro nell’intervista!

Luca Dini: giù gli steccati!


Luca Dini, presidente della Federazione delle Arti Sceniche Contemporanee, propone al congresso di Torino “Per una piattaforma della danza italiana” del 14 e 15 ottobre 2011, di creare un sistema dello spettacolo dal vivo dove non ci siano più i vecchi confini tra danza e teatro, dove si dialoghi in maniera trasversale con più settori, dalla gioventù alla formazione, esattamente come si fa in Europa, dove le differenze arricchiscano il dialogo, non solo a livello artistico, ma anche nelle politiche culturali.

Sempre più spesso ci capita di sentire operatori che la pensano così, e per i quali l’interdisciplinarietà è componente fondamentale di una riflessione sul contemporaneo. Anche in Italia le cose stanno veramente cambiando.