15 Novembre 2024

La rivolta degli studenti dell’Accademia Nazionale di danza

Il 22 gennaio gli studenti dell’Accademia Nazionale di danza si sono riuninti in un sit-in di protesta davanti al Parlamento, in occasione dell’interpellanza parlamentare che verte sulle problematiche della loro protesta e proseguendo così uno stato di agitazione iniziato il 3 dicembre 2012 a seguito di un comunicato della Direzione nel quale si annuncia che la didattica è sospesa a causa del malfunzionamento dei riscaldamenti.

UE: all’Italia voto ancora insufficiente.

I titoli della settimana

  • In provincia di Monza e Brianza un nuovo progetto per le start-up creative e culturali
  • Esclusiva intervista a Pippo Del Bono, la cultura ai tempi della crisi
  • La Commissione Europea richiama gli Stati Membri e li invita a investire in educazione e formazione.
  • Trenitalia e Italia Festival: un pacchetto all inclusive per l’estate.
  • Campi di Produzione: Luna Paese intervista Myriam Gourfink.

Il link alla comunicazione della Commissione Europea: http://ec.europa.eu/education/news/20120531_en.htm

La danza non è uno sport!

Francesca Bernabini, presidente di AGIS – Federdanza, interviene al convegno di presentazione della Legge Quadro per lo Spettacolo dal Vivo, chiedendo spiegazioni sul perchè non siano stati inseriti nella bozza di Legge provvedimenti che sciogliessero l’annoso dilemma della scuole di danza italiane, se cioè costituirsi come Associazioni Sportive Dilettantistiche (e quindi entrare nell’area di influenza del “colosso” CONI) oppure come formazioni imprenditoriali più prettamente culturali e artistiche. Questo riguarda tantissime scuole di danza classica, moderna e contemporanea che, costituendosi come ASD, ricevono notevoli benefici fiscali, ma fanno passare il messaggio che la danza sia uno sport, anzichè un’arte. E per voi la danza è sport o arte?

I 100 giorni del Teatro Valle Occupato

Sono passati 100 giorni da quando, il 14 giugno 2011, più di un centinaio di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo hanno occupato uno dei teatri storici di Roma, e sono diventati un punto di riferimento per tanti lavoratori italiani della cultura. Un patrimonio pubblico, gestito fino ad allora dall’ETI, che, a detta degli occupanti, stava per finire in modo poco chiaro nelle mani di privati. L’occupazione del Valle segna la crisi di un modello di gestione “dall’alto” dei beni culturali pubblici. Gli occupanti stanno elaborando un nuovo modello di gestione, che potrebbe adattarsi a tanti altri teatri pubblici. Siamo di fronte alla nascita di una Buona Pratica?