11 Gennaio 2025

Ubu… settete!

In attesa di leggi e leggine, in mancanza della pioggia di finanziamenti, in totale assenza di servizi pubblici e di sostegni privati, queste quattro compagnie indipendenti romane si organizzano così: decidono una serie di “servizi” da mettere insieme, e lo fanno! Semplice, o no? Parola chiave: sostenibilità.

Se qualche milanese gli vuole parlare direttamente, oggi e fino a domenica sono al Teatro Guanella.

Risorse on line:

Il consorzio Ubusettete

Amnesia Vivace

Kataklisma

Dog eat dog

Milka da New York ci parla del fund raising matto e disperatissimo che le compagnie americane devono mettere in pratica, dal momento che difficilmente lo Stato o le amministrazioni pubbliche sostengono l’arte e la cultura. Come si può mandare avanti la propria attività senza sussidi pubblici? Innanzitutto nei pragmatici Stati Uniti non è affatto strano, e non è avvertito come sminuente, il fatto che un artista pratichi altri mestieri per vivere. E’, semplicemente, una necessità. Allo stesso tempo, le politiche fiscali americane rendono la donazione fiscalmente detraibile per intero (pensate, anche un biglietto di teatro può essere dedotto dal reddito!), mentre in Italia solo per il 19%. E così ci si ritrova, come Milka, ad avere una sezione sul proprio sito dedicata proprio alle donazioni. E, come Milka, una coreografa indipendente, ad appoggiarsi a un teatro, nel suo caso il Dance Theater Workshop di New York, che incassa per lei la donazione e sbriga per conto suo le pratiche amministrativo-fiscali. Due modelli, quello europeo e quello americano, del tutto diversi tra loro. Ma la fioritura incredibile delle arti negli Stati Uniti (già nel ’79 Bruce Nauman – Leone d’Oro a Venezia nel 2009 – fu portato a dire: “In Europa non ho visto arte che mi interessa”) è segno che il Settore Pubblico non è elemento imprescindibile per dare vita a uno dei sistemi che, nel loro insieme, sono una delle fucine della contemporaneità.

Risorse on line:

Gruppo Facebook “Detrarre dai redditi i biglietti teatrali”

La pagina “Support” del sito di Milka

Il lunghissimo elenco di artisti che possono ricevere donazioni tramite il DTW

C’è spazio per la danza? Si, ma solo in Piemonte, Lazio e Campania!

Dunque, dove eravamo rimasti? Alessandro Pontremoli ci aveva parlato di alcune caratteristiche che, a suo avviso, sono importanti da tenere in considerazione per un giovane artista della danza contemporanea. Eccoli qua. Inoltre ci riporta il caso del progetto Spazio per la Danza Contemporanea, promosso dall’Eti. Una possibile buona pratica per l’italica danza.

Risorse on line:

Spazi per la danza contemporanea

Muori che ti copio

Dopo 70 anni dalla morte di un autore le suo opere diventano di pubblico dominio e noi, come piccoli sciacalli, possiamo utilizzarle senza dover sborsare soldi (che lui peraltro non avrebbe comunque visto). E se vogliamo usare musiche o testi un po’ più “contemporanei”? Una valida alternativa sono le Creative Commons, le licenze della cosiddetta cultura libera. Qui sotto trovate qualche risorsa interessante.

Public Domain Day

Communia

CCmixter

Creative Commons