Dopo 70 anni dalla morte di un autore le suo opere diventano di pubblico dominio e noi, come piccoli sciacalli, possiamo utilizzarle senza dover sborsare soldi (che lui peraltro non avrebbe comunque visto). E se vogliamo usare musiche o testi un po’ più “contemporanei”? Una valida alternativa sono le Creative Commons, le licenze della cosiddetta cultura libera. Qui sotto trovate qualche risorsa interessante.
Il fatto che i diritti abbiano una scadenza è singolare già di per sé… E’ una contraddizione e in ogni caso una vessazione anzitutto per gli autori. La gestione dei diritti da parte di un certo …ente istituzionale costa cara e dubito fortemente che garantisca una reale protezione, essendo questo ente impegnato più che altro sul fronte dell’ incasso dei dazi che richiede per la minima manifestazione “pubblica”.
Sono una grande sostenitrice dei Creative Commons!
E’ bello sentirlo dire da una musicista!
… a parte che sto schiattando d’invidia a vedere Giovanni sempre in riva al mare … guarda che il mac e la salsedine non so come possono condividere l’ambiente …
Effettivamente condivido l’idea di Tania. In quanto all’utilità di questo ente, negli ultimi anni tanti sono i dubbi da parte di molti. E ci sarebbero anche le risposte, ma purtroppo riformare questo assetto evitando di pagare continuamente gabelle è davvero una strada lunga e toruosa da percorrere, soprattutto in un paese che vive di dazi e gabelle.
Grazie mille Giovanni per queste informazioni tanto preziose, basta arricchire le tasche dell’innominato ente, facciamogliela sotto i baffi, evviva Creative Commons!!!!
Lia