23 Dicembre 2024

La legge che ancora non c’è

Giovedì 15 Marzo 2012 i relatori della Legge Quadro per lo Spettacolo dal Vivo hanno spiegato al pubblico presente le novità e le modifiche apportate alla bozza di Legge. Una legge che costerà allo Stato solo 10 milioni di euro e che con tutta probabilità non graverà sul già bersagliato FUS. Si aspetta solo il via libera della Commissione Bilancio.
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5 criteri 5 per le convenzioni di Milano

 

Nella commissione cultura del Comune di Milano del 3 febbraio, Stefano Boeri e Antonio Calbi presentano il nuovo sistema delle convenzioni teatrali del Comune di Milano, fiore all’occhiello del sistema teatrale meneghino dal lontano 1989.
5 nuovi criteri serviranno a selezionare i teatri che entreranno in convenzione con il Comune, ricevendo così un finanziamento annuale. Cosa ne pensate?

Milano, da sola all’Expo.

Il consigliere della Regione Lombardia Giulio Cavalli commenta i recenti tagli al settore culturale operati dalla Regione Lombardia: da 50 milioni di euro del 2010 si è arrivati a 8 milioni per il 2012, che copriranno di fatto solo i costi di mantenimento, senza fare alcun investimento in questo importante settore dell’economia. All’orizzonte l’Expo 2015, un gigantesco evento culturale… che potrebbe trovarsi senza cultura! Necessità causata dai tagli operati dal governo centrale o preciso disegno politico? La Milano di Pisapia sarà lasciata sola ad affrontare Expo 2015? Le opinioni di Giulio in merito sono chiare.

Giulio Cavalli e Pippo Civati stanno per lanciare delle iniziative di protesta contro i tagli alla cultura, la prima delle quali è questa petizione, firmatela anche voi!

La petizione

Luca Dini: giù gli steccati!


Luca Dini, presidente della Federazione delle Arti Sceniche Contemporanee, propone al congresso di Torino “Per una piattaforma della danza italiana” del 14 e 15 ottobre 2011, di creare un sistema dello spettacolo dal vivo dove non ci siano più i vecchi confini tra danza e teatro, dove si dialoghi in maniera trasversale con più settori, dalla gioventù alla formazione, esattamente come si fa in Europa, dove le differenze arricchiscano il dialogo, non solo a livello artistico, ma anche nelle politiche culturali.

Sempre più spesso ci capita di sentire operatori che la pensano così, e per i quali l’interdisciplinarietà è componente fondamentale di una riflessione sul contemporaneo. Anche in Italia le cose stanno veramente cambiando.