23 Dicembre 2024

Da Macao a Creative Europe


Il secondo numero del notiziario culturale di Studio28 Tv:

– Macao, lo sgombero

– Il ddl sullo spettacolo dal vivo: approvato dalla VII commissione, bocciato dalle Regioni

– Creative Europe: il Consiglio dà il via libera sui contenuti

Cultura come Bene Comune

Alla vigilia del convegno internazionale “Culture a Sistema“, organizzato dal comitato Cultura Bene Comune di Roma, Alessandro Hinna, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, ci parla proprio della cultura intesa come bene comune, un tema molto presente nel dibattito odierno sulle politiche culturali. Per Hinna è importante che la cultura, proprio perchè bene comune, sia gestita attraverso partenariati di nuova generazione formati dal settore pubblico e dal privato. Il primo garantirebbe quell’interesse “pubblico” necessario per rendere la cultura un bene realmente fruibile dai cittadini, il secondo, invece, dovrebbe garantire una gestione secondo criteri di efficacia e di efficienza, ormai diventati imprescindibili anche nel settore culturale. Questo e molto altro nell’intervista!

Pillole di politiche culturali: gli anni ’80

Inauguriamo questo micro-format in collaborazione con Alessandro Hinna, docente all’Università Roma Tor Vergata, che ha analizzato per noi le politiche culturali nella loro evoluzione storica, dagli anni ’80 ad oggi. Il difficile rapporto tra cultura ed economia comincia come fosse un appuntamento al buio: la cultura, una bella e altezzosa signora,  e l’economista, un tipo goffo e un po’ timido. Dove porterà questa love story à la Beautiful? Seguite tutte e quattro le puntate e lo saprete!

Ringraziamo Marcello Minuti per le bellissime vignette.

La danza non è uno sport!

Francesca Bernabini, presidente di AGIS – Federdanza, interviene al convegno di presentazione della Legge Quadro per lo Spettacolo dal Vivo, chiedendo spiegazioni sul perchè non siano stati inseriti nella bozza di Legge provvedimenti che sciogliessero l’annoso dilemma della scuole di danza italiane, se cioè costituirsi come Associazioni Sportive Dilettantistiche (e quindi entrare nell’area di influenza del “colosso” CONI) oppure come formazioni imprenditoriali più prettamente culturali e artistiche. Questo riguarda tantissime scuole di danza classica, moderna e contemporanea che, costituendosi come ASD, ricevono notevoli benefici fiscali, ma fanno passare il messaggio che la danza sia uno sport, anzichè un’arte. E per voi la danza è sport o arte?