24 Novembre 2024

I Veneti si contano

Negli ultimi 3 anni il Veneto ha attivato un monitoraggio delle proprie attività di danza. Su un sito internet ogni danzatore e compagnia poteva inserire i dati relativi alla propria attività. Allo stesso tempo Arteven, l’attuatore del monitoraggio, contattava i diversi distributori e programmatori della regione e sottoponeva loro una scheda informativa da compilare. Fatto un matching, ne è risultata una ricerca che ha restituito al Veneto lo specchio delle attività di danza di un’intera regione, che ormai è all’avanguardia (insieme alla vicina Emilia-Romagna) nell’approccio alle arti performative. Ce ne parlerà anche Pier Giacomo Cirella, vice presidente di ArteVen, nelle prossime interviste che pubblichiamo a partire da oggi.

Risorse on line:

Il sito del monitoraggio

Privati, non avrete più scuse: sostenete la cultura!

Questa prima parte dell’intervista con Alberto Bentoglio, professore di Organizzazione ed Economia dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Milano, ci illumina sul ruolo che i privati stanno sempre più assumendo nel sostegno economico e finanziario dello spettacolo dal vivo. Stando all’ultima bozza disponibile, questo ruolo sarà (probabilmente) sancito definitivamente dalla tanto agognata Legge Quadro, di prossima promulgazione. Ecco perchè, cari visitatori, sarà sempre più importante che ci dotiamo di validi strumenti di fund raising!

Giovani danzatori di 50 anni.

Alessandro Pontremoli procede la sua analisi del panorama coreutico italiano, stretto tra una generazione considerata dalla critica ormai al tramonto ma l’unica in grado di rappresentare la danza in Italia e una generazione emergente, agguerrita e con qualcosa da dire, ma priva di memoria storica, snobbata dalla critica e poco sostenuta dai teatri.

Risorse on line:

Spazi per la Danza Contemporanea

E’ tempo di sbagliare

Roberto Casarotto, nell’ultima delle tre interviste di Cristine, ci parla dell’importanza di non copiare modelli dall’esterno, ma di crearsene di propri, studiando il contesto, il territorio e le realtà circostanti. Certo, questo implica la possibilità di errori e di fallimenti, ma cosa c’è di più bello che rialzarsi dopo essere caduti?