4 Dicembre 2024

Sara Shelton Mann

Sara Shelton Mann è coreografa, performer e insegnante dal 1967.  È stata una protégé di Alwin Nikolais e Murray Louis a New York City prima di trasferirsi in Canada dove ha incontrato Andrew Harwood e si è appassionata di Contact Improvisation.

Nel 1979 si trasferisce a San Francisco per lavorare con Mangrove, ora Mixed Bag Productions, di cui diventa direttrice artistica. Una delle sue prime esperienze è stata la compagnia Contraband, nata come gruppo performativo e terreno di ricerca che unisce principi del contact, sistemi fisici e pratica spirituale in un sistema unificato di ricerca.

Tra i suoi premi ci sono una John Simon Guggenheim Fellowship, 7 Isadora Duncan Awards, tra cui un premio speciale per “Erasing time: celebrating 30 years a radical dance legend” (Sara Shelton Mann con David Szlasa e Norman Rutherford), Djerassi Artist in Residence Awards, Headlands Center for the Arts Residency 2016, Lifetime Achievement Bay Guardian Award, 10 Women Who Made a Difference, Bay Guardian “Goldie” Award, Foundation for Contemporary Arts Grants to Artists award (2016).

La sua formazione Movement Alchemy è un progetto di insegnamento continuo ed è influenzata dai suoi studi su tradizioni metafisiche e curative. Il lavoro performativo di Sara è una piattaforma per la collaborazione e la ricerca nella coscienza.

Con Sara parliamo del suo lavoro di ricerca e in particolare un lavoro di CONTRABAND, Religare (1986;1989) con le musiche di Rinde Eckert, Gwen Jones, Richard Klein, Norman Rutherford; il set design di Lauren Elder. Le luci di Julian Neff. E con i performer e collaboratori Jess Curtis, Lauren Elder, Gwen Jones, Nina Hart, Keith Hennessy, Richard Klein, Sara Shelton Mann, Jules Beckman, Brenda Munnell, Norman Rutherford

Agosto con Deborah Hay

Oggi apre l’edizione 2019 del Festival Tanz im August, uno degli appuntamenti più importanti per la danza in Europa. Già tutto esaurito ancora prima di cominciare, il Festival berlinese propone quest’anno una ricchissima retrospettiva dedicata alla coreografa statunitense Deborah Hay, una delle fondatrici del movimento della Judson Church, ricercatrice radicale e instancabile. “In 40 years of doing this, I’ve never done it”, sintetizza così Hay l’impossibilità di svelare il quid della danza.

Abbiamo avuto il piacere di assistere ieri all’inaugurazione del nuovo centro studi a lei dedicato, alla prova generale dei suoi due nuovi spettacoli Animals on the beach e my choreographed body… revisited e all’apertura della video-installazione Perceptions Unfolded.

Insomma, la danza berlinese riconferma ancora una volta il suo amore per l’America, la cui produzione coreografica è ampiamente rappresentata nella capitale tedesca.

Davide Valrosso – la danza, un amore a prima vista

 

Iniziamo l’anno 2019 con un’intervista molto intima con Davide Valriosso che ci racconta di come per lui la danza sia stato “amore a prima vista” e ci fa riflettere su tutti i possibili segreti che un corpo nasconde mentre si muove: cosa si cela dietro uno sguardo o dietro una postura?

Lo spazio coreografico di Daniele Ninarello

Daniele Ninnarello emoziona da tempo con la sua ricerca e in questa intervista condivide con noi la sua poetica dello spazio.