8 Gennaio 2025

Walter Heun

Walter Heun è un programmatore che vive e lavora a Monaco. Tra il 1985 e il 1989 è direttore del Tanztage Munchen, Dance Energy and Tanztendez Munchen. Nel 1990 coordina il festival BRDance, è co-fondatore e programmatore della Dance Platform Germany dal 1994. Nel 1990 fonda la sua casa di produzione Joint Adventures. E’ il fondatore e direttore di Tanzwerkstatt Europa a Monaco e manager del Tanzquartier, Vienna.

Joint Adventures attualmente porta avanti quattro progetti: Tanzwerkstatt Europa a Monaco, Acces to Dance, una stagione di danza contemporanea con lo scopo di costruire un pubblico per la danza contemporanea, Choreographic Captures, una competizione per film di danza contemporanea della durata di un minuto e proiettati in contesti non teatrali, e il National Performance Network per la produzione della danza contemporanea in Germania.

Nel breve incontro con Walter Heun parliamo dell’edizione corrente di Tanzwerkstatt Europa, che riflette sulla storia e sulle storie nella danza. Sulle problematiche strutturali di un sistema della danza contemporanea creato negli anni ’80 e ’90 per un genere di danza differente da quello attuale e sul rapporto tra istituzioni, pubblico/i e coreografia contemporanea.

Nell’intervista alcuni temi interessanti sono emersi: in Tanzwerkstatt Europa uno dei concept è di non ricercare sempre il “fresh and new” ma il tentativo di stabilire rapporti duraturi con alcuni artisti; la problematica ricerca di un link tra la produzione artistica attuale e nuovi pubblici e il lavoro di lobbing che Walter porta avanti per un sostegno strutturale della danza in Germania, per artisti provenienti da diversi tipi di percorso.

Intervista con Walter Heun LINK http://performingarts.jp/E/pre_interview/0701/1.html

Joint Adventures www.jointadventures.net

Myriam Gourfink

Myriam Gourfink è una coreografa francese. Le tecniche respiratorie dello yoga fondano il suo lavoro. La particolarità della metodologia di Myriam è la scrittura a priori della coreografia prima delle prove in sala; a partire dallo studio elementi di notazione Laban ha sviluppato una scrittura personale, che in alcuni spettacoli permette un’interazione in tempo reale con le danzatrici tramite l’utilizzo del software Max Msp -in precedenza il software Lol elaborato in collaborazione con Frederic Voisin dell’Ircam-. Le danzatrici leggono in tempo reale le indicazioni coreografiche. Dal 2008 al 2012 è direttrice del programma di formazione coreografica della Fondation Royaumont.
Myriam, in compagnia del suo orso, parla:

del suo percorso coreografico e immaginativo (ci concentriamo in particolare su Beith, il suo primo solo e su Une lente mastication, ultima produzione di gruppo che per la prima volta vede dei danzatori in scena);
del suo rapporto alla ‘comanda’ da parte di altri/e artisti/e. Molto spesso Myriam ha costruito delle coreografie a partire da inviti di altri artisti, tra cui Jerôme Bel – Glossolalie , Cindy Van Acker – Marine , Deborah Lary e Clémence Coconnier;
del suo essere cosmopolita alla base della sua pratica produttiva.

Cristina Rizzo

Cristina Rizzo è la coreografa italiana che più sperimenta su formati differenti e in mutazione a seconda delle esigenze del momento. Sembra che la sua necessità sia quella di rigenerare continuamente un interesse, dunque piuttosto che concentrarsi su una sola produzione da «repertorio» di volta in volta sembra concentrarsi sull’atto di creazione stesso, senza tregua.

Da Pasodoble, duo con video, in cui un’improvvisazione di tre minuti viene trasformata in composizione coreografica, a Dance N°3 in cui Cristina invita tre coreografi differenti a creare tre soli diversi a partire dalla stessa partitura, alle conferenze Ex-porno, Loveee alle Microdanze con un cane addestrato in cui la coreografa lavora con Gaia, un cane addestrato e in lontananza con Michele Di Stefano invitato a scegliere una playlist di brani musicali, i lavori di Cristina Rizzo sono collocabili in una continua invenzione, con grazia, senza tracce ingombranti. Sembra non avere un grande attaccamento agli « oggetti », ma piuttosto una continua mobilità e una disponibilità nell’attraversare percorsi non consequenziali.

Con lei parliamo di Pasodoble, produzione del 2004, di Microdanze con un cane addestrato (2011) e Loveee (2012) e del suo approccio alla produzione, con alcune riflessioni sull’arte, il mercato, le comunità e la grazia nel rapporto con il potere.

Christine De Smedt

Christine De Smedt è un’artista belga. Dopo gli studi in criminologia, si avvicina alle tecniche di ricerca sul movimento. Il suo lavoro si colloca tra la danza, la performance, la coreografia, il coordinamento, l’organizzazione e la cura di progetti artistici. E’ co-fondatrice della compagnia Les Ballets C de la B, che ha prodotto il suo lavoro dal 1993 ad oggi: il solo La force fait l’union, fait la force, il progetto itinerante nei Balcani Escape Velocity (1998) e la performance su larga scala 9×9 (2000-2005). Ha collaborato con Meg Stuart/Damaged Goods, Mette Edvardsen, Mårten Spångberg, Xavier Le Roy, Philipp Gehmacher, Vladimir Miller, Myriam Van Imschoot. Dal 2005 crea con Eszter Salamon nvsbl, dance#1 dance#2, e il progetto Transformers. Al momento lavora al solo 4 Choreographic Portraits e cura la residenza per artisti SummerIntensive.

Con Christine parliamo del suo primo solo, La force fait l’union, fait la force (1993), del suo ultimo progetto 4 choreographic portraits (con il supporto artistico e la collaborazione di Kristien van den Brande per l’elaborazione del concept, e di Bojana Cvejic, Vladimir Miller e Ana Vujanovic) e del suo approccio alla produzione in quanto artista non legata ad un protocollo di azione identico e immutabile ma piuttosto ad un continuo lavoro di spostamento, relazione e negoziazione su diversi piani.

Christine De Smedt costituisce la prima intervista della serie. Sorprendentemente, ho scoperto in un momento successivo che ha ricercato molto sulle interviste come strumento per sondare l’identità, personale e coreografica.