2 Febbraio 2025

Dog eat dog

Milka da New York ci parla del fund raising matto e disperatissimo che le compagnie americane devono mettere in pratica, dal momento che difficilmente lo Stato o le amministrazioni pubbliche sostengono l’arte e la cultura. Come si può mandare avanti la propria attività senza sussidi pubblici? Innanzitutto nei pragmatici Stati Uniti non è affatto strano, e non è avvertito come sminuente, il fatto che un artista pratichi altri mestieri per vivere. E’, semplicemente, una necessità. Allo stesso tempo, le politiche fiscali americane rendono la donazione fiscalmente detraibile per intero (pensate, anche un biglietto di teatro può essere dedotto dal reddito!), mentre in Italia solo per il 19%. E così ci si ritrova, come Milka, ad avere una sezione sul proprio sito dedicata proprio alle donazioni. E, come Milka, una coreografa indipendente, ad appoggiarsi a un teatro, nel suo caso il Dance Theater Workshop di New York, che incassa per lei la donazione e sbriga per conto suo le pratiche amministrativo-fiscali. Due modelli, quello europeo e quello americano, del tutto diversi tra loro. Ma la fioritura incredibile delle arti negli Stati Uniti (già nel ’79 Bruce Nauman – Leone d’Oro a Venezia nel 2009 – fu portato a dire: “In Europa non ho visto arte che mi interessa”) è segno che il Settore Pubblico non è elemento imprescindibile per dare vita a uno dei sistemi che, nel loro insieme, sono una delle fucine della contemporaneità.

Risorse on line:

Gruppo Facebook “Detrarre dai redditi i biglietti teatrali”

La pagina “Support” del sito di Milka

Il lunghissimo elenco di artisti che possono ricevere donazioni tramite il DTW

Una legge che aspetta da 9 anni

Abbiamo raggiunto al telefono l’on. Gabriella Carlucci il giorno della presentazione della legge in Agis (26 febbraio). L’energica parlamentare del PdL rivendica con forza la maternità della Legge, per la quale si batte dall’ormai lontana XIV legislatura e ci mette a parte di suoi appunti che con piacere condividiamo con voi. Ci rassicura sulle tutele previdenziali e ci invita tutti a diventare imprenditori di noi stessi, se ancora non l’avessimo fatto. Chi ancora non l’ha fatto?

Risorse on line:

La Legge

Note sulla Legge

Teatro Quirino

C’è spazio per la danza? Si, ma solo in Piemonte, Lazio e Campania!

Dunque, dove eravamo rimasti? Alessandro Pontremoli ci aveva parlato di alcune caratteristiche che, a suo avviso, sono importanti da tenere in considerazione per un giovane artista della danza contemporanea. Eccoli qua. Inoltre ci riporta il caso del progetto Spazio per la Danza Contemporanea, promosso dall’Eti. Una possibile buona pratica per l’italica danza.

Risorse on line:

Spazi per la danza contemporanea

Inps o Enpals? ENPALS!

Chiariamoci su alcuni aspetti basilari: se lavori hai diritto ai contributi. E’ tuo diritto ed è preciso dovere del datore di lavoro pagarteli (in caso tu fossi una partita Iva, sarà TUO preciso dovere pagarti i contributi, in quanto sarai il tuo datore di lavoro). Un dovere sancito dalla legge. Se fin qui ti torna, allora entriamo nel merito: Inps o Enpals? A quanto pare, a prescindere dal tipo di contratto, se lavori nel comparto dello spettacolo, qualsiasi sia la tua mansione, la scelta ricadrà sempre sull’Enpals. Con buona pace dei datori di lavoro che dovranno pagare più contributi. Secondo aspetto: Inps e Enpals sono comunque cumulabili. Quando saremo vecchietti e andremo in pensione, potremo cioè versare da Inps a Enpals tutto ciò che abbiamo pagato, in modo da avere una pensione unica. Correggeteci se sbagliamo.

Risorse on line:

Nuovi minimali contributivi

Convenzione Inps/Enpals

Sanzioni per evasori contributivi

Modello di contratto co.co.pro (fonte, Ministero del Lavoro – con anche indicato a pag. 3 l’obbligatorietà del versamento Enpals in caso di lavoratori dello spettacolo, OBBLIGATORIAMENTE iscritti all’Enpals)